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Peter Sagan trionfa a Tortoreto, Jumbo-Visma e Michelton-Scott si ritirano dal Giro d’Italia


Giornata da fuochi artificiali al Giro d’Italia, con la tappa Lanciano – Tortoreto di 177 km, con i terribili muri (fino al 24%) di Tortoreto, da scalare più volte, oltre alle discese rese complicate dalla pioggia.

Giornata iniziata con i risultati dei test, con la positività di uno dei favoriti alla vittoria finale Steven Kruijswijk, e dell’australiano Michael Matthews, con il conseguente ritiro delle squadre Jumbo-Visma e Michelton-Scott.
Invece che deprimersi la corsa Rosa si è esaltata, soprattutto con l’impresa di Peter Sagan e con la lotta nel finale degli uomini di classifica.

La tappa odierna era stata definita come un piccolo “Giro delle Fiandre” per i suoi muri, ed ecco che Peter Sagan l’ha interpretata e vinta come una classica. In fuga da lontano, dopo aver resistito al ritorno della Groupama FDJ di Demare, con grandi corridori come Ben Swift, Jhonatan Restrepo, Stéphane Rossetto, Nicolas Edet, Simon Clarke, Davide Villella, Filippo Ganna, Dario Cataldo e Giulio Ciccone. A 43 km dall’arrivo rimangono in 7 , con 3’50” sul gruppo. Iniziano i muri e man mano i corridori si staccano. Attacca Cataldo, Sagan e Ganna salgono del loro passo e la scelta è azzeccata, soprattutto per il fuoriclasse slovacco.

Poi iniziano i fuochi artificiali anche nel gruppo maglia Rosa, con Domenico Pozzovivo a tirare finché non deve fermarsi per un problema meccanico. Intanto attacca Pello Bilbao, terzo in classifica e la corsa si anima. Pozzovivo, che aveva perso quasi un minuto rientra sul gruppo e riattacca, dimostrando che oggi era il più forte in salita. Pello Bilbao mette nel mirino anche Sagan, che intanto è da solo in testa e va sempre più forte. Colpo di scena per Jakob Fuglsang, fora e deve aspettare Felline per cambiare la bici, l’ammiraglia era lontana, e inseguire con una bici più piccola del normale. Davanti si mettono a tirare a tutta per far fuori uno dei favoriti per la vittoria finale, si avvicinano anche a Sagan, che però scollina da solo e in discesa bagnata, pur senza rischiare, pennella curve e va verso il traguardo in riva al mare di Tortoreto Marina, spinto dal tifo della gente che è tutta per lui nel finale e taglia il traguardo a braccia alzate dopo 471 giorni dall’ultima vittoria al Tour de France, diventando così un corridore che ha vinto tappe in tutti e 3 i grandi giri. Anche un arcobaleno sul mare festeggia la vittoria del fuoriclasse slovacco per 3 volte Campione del mondo per la prima volta al Giro d’Italia.

Intento il gruppo maglia Rosa riprende Pello Bilbao, tra scatti e controscatti, da cui emerge Brandon McNulty che arriva secondo a 19″ da Sagan, quindi fa lo sprint la maglia Rosa Almeida per prendere i secondi di abbuono. Nel grupetto ci sono nell’ordine Swift, Jai Hindley, Majka, Patrick Konrad, Kelderman, Pozzovivo, Bilbao, Geoghegan Hart, Nibali, Hermann Pernsteiner e Masnada. A 1’38” arriva Jakob Fuglsang, che si ritrova a 2’20” dalla maglia Rosa, nulla è perduto per lui, ma si fa molto difficile.

In classifica maglia Rosa João Almeida è in testa con 34″ su Kelderman, 43″ su Bilbao, 57″ su Pozzovivo, 1’01” su Nibali, 1’15” su Konrad, 1’19” su Hindley, 1’21” su Majka, 1’36” su Masnada, 1’52” su Pernsteiner. Un Giro d’Italia dove i distacchi sono minimi, senza un vero padrone, con la possibilità di colpi di scena ogni giorno, a cominciare dalla tappa di giovedì di Cesenatico (in pratica la granfondo Nove Colli), con la cronometro di sabato, con l’incertezza sulle grandi tappe con Stelvio e Agnello, inizierà un altro Giro d’Italia dove certo ci sarà spettacolo.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.